5 ott 2007

Gomorra

Cito la quarta di copertina:
"Questo incredibile, sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate - pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi - arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate, si riversano fuori dai giganteschi container per invadere palazzi appositamente svuotati di tutto, come creature sventrate, private delle viscere. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umano, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde - dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi - che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere ma testimoniano utopie farneticanti, pulsioni messianiche, millenarismi oscuri. Questa è oggi la camorra, anzi, il "Sistema", visto che la parola "camorra" nessuno la usa più...."

Non voglio esprimere giudizi o commenti sul "prodotto" in sè, penso che non fosse nelle intenzioni dell'autore quello di vincere un premio letterario. Il libro è scritto bene e scorre come un lungo, un lunghissimo articolo di cronaca di scuola Montanelli.
Nel leggerlo però, il lettore deve scegliere. Deve scegliere se credere o meno. Si trova costretto alla scelta. Credere ciecamente oppure pensare che sia tutta un'esagerazione di giovane giornalista del Manifesto che vuole farsi eleggere deputato.
L'autore, Roberto Saviano, vive sotto scorta, nel libro cita nomi, società, attività. Ha le prove? Quello che ha scritto ha scoperchiato qualcosa?
Non lo so, ma ho scelto di credergli... e mi pesa tantissimo.

2 commenti:

  1. Un giornalista davvero in gamba. Non vedo il motivo per non credergli, sai? E comunque arriva dritto nelle parti molli come una stilettata... Ce ne vorrebbero "dieci per famiglia" come si dice in piemontese...

    RispondiElimina
  2. Sai, pensandoci.. ogni libro che non sia un romanzo, e anche altre opere, oltre certi libri, possono rappresentare punti di vista soggettivi (che siano in buonafede o meno), il più delle volte. Talvolta sono una denuncia della verità oggettiva.
    Che dire, questo giornalista ha rischiato, vive sotto scorta..perchè non credergli...non è che poi le scorte siano una garanzia di immunità totale, come s'è visto già, il rischio è sempre enorme, e poi, a parte questo, le cose che dice sono credibili, le prove che accadono ci sono, anche se collegare le prove ai nomi è un'impresa... Io lo spero che abbia scoperchiato qualcosa !
    Ciao, buon inizio di settimana.
    Blue Rose

    RispondiElimina