20 apr 2007

una finestra sulla Francia.

Domenica ci sarà in Francia il primo turno delle elezioni presidenziali.
Qualcuno di voi sa già come la penso sulla Francia, i suoi problemi ed i suoi difetti, quindi liquido la questione con un "si, sono un francofono di merda, ed adoro questa nazione popolata da sciovinisti, nordafricani, cinesi, che mangiano formaggi e bevono vino convinti (forse a ragione) che siano i migliori del mondo". :-)))
Mi ha colpito molto questa campagna elettorale. Mi ha colpito perchè per la prima volta da quando seguo la politica francese i toni sono aspri. A volte ai confini della rissa verbale (bèh, visto l'allenamento al quale sono stato sottoposto l'anno scorso dovrei averci fatto il callo).
Mi ha colpito però anche per un motivo molto più profondo.
Gli ultimi due presidenti francesi sono state due figure, secondo me, dal carisma e dallo spessore politico davvero notevole. Mitterrand e Chirac sono stati due presidenti che hanno guidato la nazione per quasi trent'anni (dal 1981, primo mandato di Mitterrand).
Dopo due presidenti come questi mi sarei aspettato un crollo, una sorta di involuzione dei candidati, come se dopo queste due figure lo scenario politico fosse incapace di portare agli elettori dei candidati altrettanto "allettanti". Infatti le ultime elezioni sembravano confermare questa mia idea: Le Pen e Jospin non sono stati candidati credibili.
Questa volta no. I partiti e gli schieramenti presentano figure di primissimo piano. A parte l'inverosimile candidatura di Le Pen (che oramai è diventato la mascotte dell'evento) che catalizza attorno a se tutti i voti di protesta populista (attenzione perchè possono essere davvero tanti), vedo tre candidati piuttosto giovani (età compresa tra i 50 ed i 55 anni), ma dalla carriera politica importante. Sembrano tutti e 3 rendersi conto della sfida importante che li attende, ed infatti nei loro staff compaiono altri nomi di primo piano. Si combattono i voti degli indecisi e sembrano piuttosto forti in casa loro (Jospin perse proprio per il suo distacco dall'elettorato... un po' come la vittoria di Veltroni al comune di Roma, quando proprio da destra sono mancati i voti per Alemanno) e non fanno nulla per nascondere i problemi del paese (quanto è stato criticato Prodi per aver dipinto in toni pessimi lo stato della nazione, contrapposto al Fidelcastriano "Va tutto bene!" di Berlusconi!) ed anzi nei loro programmi emergono le risposte per questi problemi.
L'idea che mi sono fatto è che la Francia, comunque sia perderà tantissimo durante queste elezioni. Sembra quasi finita l'epoca dei Presidenti della Repubblica capaci di rappresentare TUTTI i francesi. All'attivo porta però tre figure capaci e carismatiche, che con la loro attitudine "rivolta al futuro" sono stati capaci di scardinare delle consolidate logiche di partito. L'entusiasmo che hanno portato nei loro schieramenti è un sintomo molto forte, che dall'esterno posso interpretare come voglia di fare, voglia di portare ed applicare le loro ricette.
Questo mi ha colpito, mi ha in qualche modo spiazzato. Io, elettore col paraocchi di (ex) estrema sinistra in Italia, trovo affascinanti i tre candidati, ogniuno per motivi diversi... mai avrei pensato che sensatamente avrei potuto prendere in considerazione di votare per qualcuno od un partito non di sinistra.
Che bella la democrazia!
Enjoy,
JJ

6 commenti:

  1. nn conosco i cadndidati nè la politica francese però sui formaggi nn cisono dubbi quelli francesi sono in assoluto i secondi del mondo!!!

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  2. mi resta l'impressione che la destra francese sia preferibile a una fetta non irrisoria del centro sinistra italiano, e questo 1 po' mi infastidisce...ma credo siano i soliti problemi di giardinaggio ;)

    piuttosto mi ha fatto piacere che sarkozy abbia publicamente irriso la posizione assurda della chiesa sulla omosessualità. è un notevole passo avanti che un noto e convinto conservatore consideri la chiesa cattolica troppo reazionaria anche per lui :))

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  3. Provo quasi vergogna per i nostri centristi democristiani, di fronte al democristiano Bayrou che dichiara candidamente la laicità dello stato e che la religione deve farsi da parte di fronte ai problemi della politica...
    Sur le pont d'Avignon: l'on y danse, l'on y danse, sur le pont d'Avignon: l'on y danse tous en rond!

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  4. niente male i formaggi...
    niente male i candidati, che, se non altro, hanno una ventina di anni in meno dei nostri, di media.
    le pen sarà pure una mascotte populista ma undici su cento lo votano e non mi sembra granchè rassicurante come notizia...
    inoltre la sinistra, nonostante i commenti rassicuranti della nostra(modestissima) stampa ottiene un risultato tra i peggiori della sua storia nel paese, e questo mi rassicura ancora meno...
    se il papato fosse rimasto ad Avignone ( meraviglioso scenario) sarebbe il loro centro ad essere raccapricciante...

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  5. Benvenuto e che l'aridità sia sempre tua compagna!

    Il fatto che la sinistra francese abbia ottenuto un pessimo risultato è dal mio punto di vista una grande notizia: parte dal basso un movimento di (centro)sinistra, che mette ai margini della scena politica personaggi parodia ed anacronisti. Provo a spiegarmi meglio: per quanto ammiri Bovè per il suo impegno, fa parte di un modo di vivere la politica che una nazione come la Francia non può permettersi. La politica senza compromessi (ricordate Rossi/Turigliatto?) non è una politica vincente. Uno stato che vuole mantenere il suo connotato sociale non può prescindere dalla legalità e dal rispetto per delle regole, non può permettersi di assimilare oltre 4 milioni di musulmani (ufficiali e non clandestini... forse in tutto 10 milioni) senza farsi accettare come istituzione da rispettare (più importante del dio di turno), non può permettersi di far scappare i capitali e gli investitori. Tutto questo la sinistra radicale (francese come italiana) non può accettarlo... E per quanto mi faccia male, realisticamente bisogna abbandonare queste posizioni. Per farlo, la sinistra francese è diventata una vera e propria forza di centro. I voti dati Bayrou sono, secondo me, da inquadrare in questo contesto: moderati che ancora vedono nei socialisti francesi lo spettro dei communisti (Mitterand stesso fu un militante comunista, poi passato ai socialisti prima di diventare presidente).
    In questo sproloquio forse mi viene naturale fare il paragone con il nostro embrionale partito democratico: sembra che oltralpe se lo stiano costruendo sul campo. E comunque vada sarà un successo: i socialisti hanno conservato il ruolo di protagonisti come alternativa alla destra liberista.
    Sarkozy, per governare, non potrà prescindere da una sinistra così "ragionevole" e senza i suoi estremisti... (staremo a vedere...)

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  6. uhum....è vero che certe posizioni non sono ragionevoli in uno scenario vincente. è anche vero che quelle stesse posizioni non sembrerebbero così irragionevoli in uno stato che a fronte di "sacrifici" elargisce alle masse quelli che secondo alcuni dovrebbero essere previlegi di pochi.

    il discorso è sempre lì: se paghi tasse e non vedi servizi ti incazzi e magari cerchi un altro posto per andare a vivere o almeno per mettere la tua "sede legale"/residenza. se vedi i servizi e il vantaggio di essere fra quelli che li pagano, magari non ti sposti.

    parlando beceramente da milanese, se vedessi il prolungamento delle metropolitane fuori città, magari anche in direzioni a me comode, o ricevessi con le tasse un abbonamento gratuito ai mezzi, mi peserebbe di meno la pressione fiscale.

    in francia la situazione non credo sia concettualmente diversa.

    non si possono far fuggire i capitali con operazioni di arrembaggio economico ai risparmi dei benestanti. si potrebbe costruire uno stato più equo in cui il benestante paga di più, ma poi magari non ha paura a girare per le periferie di parigi o marsiglia. non sto parlando di + polizia, ovviamente...che può essere un tassello ma non una soluzione completa.

    questo manca, secondo me, alla sinistra radicale (italiana ma non solo): un progetto visibile che vada oltre la ridistribuzione del reddito o la tassazione dei ricchi e dei loro capitali. troppo spesso la sinistra pecca nel mostrare le tasse sui ricchi come un fine (e la cazzata di "anche i ricchi piangono" ne è un tristissimo esempio) e non come uno dei mezzi per costruire una nazione migliore, per tutti (e di riflesso per i ricchi stessi).

    l'astio comunisti vs imprenditori fa male, acceca, abbaglia, e soprattutto porta fuori rotta rispetto ai veri concetti di base a uno stato sociale

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