30 lug 2007

VIII - NON RUBARE

Stasse la donzella è fuori a cena, mi piazzo davanti al pc a scansionare qualche dia e cazzeggio sui siti dei quitidiani. Non posso evitare di notare che un certo Cosimo Mele se la fa con una troia, forse si droga, e rassegnale dimissioni. Accettate (tanto andrà a finire come per quel Selva, al quale fantomatici italioti hanno chiesto di restare al suo posto... noCommentPlease). Lorenzo Cesa, segretario dell'Unione dei Democratici Cristiani commenta suppergiù che la vita del parlamentare è dura (!!!!), se fatta bene (ah ecco, mi sembrava... ma dove vuole arrivare? davvero vuole arrivare lì dove penso? ma dai, scherza...), così tanti impegni lontano dalla famiglia (oppure ogni tanto bisogna allontanarsi dalle troie per dedicarsi alla famiglia come impegno politico, eh eh eh maialone...), QUINDI SERVONO PIU' SOLDI PER IL RICONGIUNGIMENTO DEI CARI (!!!!!!!!!!!!!!!!!MAVAFFANCULOPORCACCIALAMISERIALOHADETTO!!!!!!!!!!!!!!!).

No aspetta, cambio fonte di informazione, e trovo quelle che sembrano le parole testuali:
"Questa mattina ho incontrato un alto funzionario della Camera che ha sottolineato come si fa un gran parlare dei costi della politica e, invece, bisognerebbe consentire il ricongiungimento familiare perchè la vita del parlamentare è dura e la solitudine è una cosa molto seria."

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:-(

AMMAZZATEVI A COLPI DI SEGHE MA PER FAVORE NON PARLATE!!!!

davvero no comment.

So che wikipedia non è il massimo, ma per un breve tour nella vita di Cesa, e del suo cristianissimo impegno democratico cito:

"Nel 1992 Cesa fu indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio, insieme alla giunta del sindaco Franco Carraro, per presunti illeciti riguardo l'emissione di un finanziamento pari a 90 miliardi di lire destinato ad un incarico di censimento del patrimonio immobiliare del Comune. Cesa non viene condannato.

A partire dal 1993 ha avuto un processo intentato per concussione, accusato dai magistrati romani di aver riscosso una mazzetta di trecentomila euro per conto del ministro Gianni Prandini, subendo per questo in quell'anno un periodo d'incarcerazione, dopo alcuni giorni dall'ordinanza d'arresto. Inizialmente Cesa si sottrasse all'arresto, dal 6 all'8 marzo 1993, rimanendo due giorni in latitanza per poi consegnarsi spontaneamente al pubblico ministero.

Nelle fasi del processo ha ammesso il verificarsi del fatto, dichiarandosene però estraneo, in quanto i soldi non sarebbero stati destinati a lui ma a Prandini, all'epoca ministro dei lavori pubblici e presidente dell'Anas e all'ingegner Antonio Crespo (direttore generale dell'ente).

Cesa dichiarò di aver ricevuto [...] delle contropartite politiche da parte del ministro che sovvenzionava le nostre iniziative politiche: il GUP riconobbe l'ampia confessione dei fatti contestati.

Il 21 giugno 2001 è condannato in primo grado, insieme ad altri responsabili, a 3 anni e 3 mesi di reclusione per corruzione aggravata. Con lui, Prandini riceve una condanna a 6 anni e 4 mesi e a Crespo vengono dati 4 anni e 6 mesi. Le imputazioni confermate riguardano 750 miliardi di lire in appalti truccati, che hanno fruttato agli interessati 35 miliardi di lire in tangenti tra il 1986 e il 1993.

La Corte d'Appello ha annullato l'anno seguente la sentenza per aver riscontrato una incompatibilità del Gip: il Tribunale dei Ministri (assegnato per via del coinvolgimento dfel ministro Prandini), non può sostenere il ruolo accusatorio e deve restituire la causa al Gip di Roma, il quale dichiara gli atti del 2005 come inutilizzabili e dispone il non luogo a procedere. Intanto, subentra la prescrizione del reato grazie alle modifiche alla legislazione attuate dal Governo Berlusconi.

Nel marzo 2006 è stato nuovamente indagato dalla procura di Catanzaro per truffa e associazione per delinquere,nell'inchiesta denominata Poseidone: l'accusa riguarda cinque miliardi di lire truffati all'Unione Europea tramite una società fantasma, la Spb Optical Disk Srl, di cui era comproprietario con il ANAS Giovanbattista Papello e Fabio Schettini, capo della segreteria di Franco Frattini"

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appunto, ottavo comandamento: NON RUBARE.
Almeno questo, almeno questo...


P.S: Se vi fate una ricerca su Cosimo Mele scoprirete che nel 1999 in Puglia è stato coinvolto in una indagine su corruzione e tangenti... che vada pure a troie, anzi, lo incoraggio a scopare come un coniglio, fumando cannoni e drogandosi quanto ne ha voglia, non sono queste le azioni delle quali vergognarsi, davvero... non sono queste.

3 commenti:

  1. Quando ho sentito la notizia dalla radio ieri non ci credevo... ma putt@n@latroi@, dico io, ma tutti gli altri lavoratori normali come fanno? rincoglionito di minki@, fai parte di un elite da baciarsi i gomiti e fai autocommiserazione? ma vajaffank#lo...di cuore...

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  2. Penso che fra asterischi e chioccioline hai espresso il pensiero di moltissimi italiani!

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  3. avevo letto sommariamente quando avevi publicato e mi ero fermato allo spazio vuoto di metà articolo, convinto che fosse finito.
    solo ieri notte, navigando un po' alla deriva, mi sono reso conto che il post non finiva lì e stama con calma me lo sono riletto :))

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