8 ott 2008

Carne al fuoco! (Q&A)

Titolo inappropriato considerato il mio periodo di resistenza pseudo-vegetariana!

Che dire, il ritorno (in gran ri-spolvero) del mio amico diversamente peloso mi da lo spunto per un post - rispondo cosi'.

Esprimo un punto di vista incredibile per certi versi. Sembra incredibile che la Francia descritta da JJ e quella descritta da Pennac siano lo stesso paese. Forse a qualcuno sembrera' incredibile del resto che l'Italia descritta da Benni e che quella descritta da Vespa siano lo stesso paese.
Questioni di punti di vista.
Se dovessi dare retta a Robecchi o a Beppe Grillo non abiterei a cinquanta kilometri dalla frontiera, ma a Helsinki mi sentirei ad una adeguata distanza di sicurezza (tra me ed il bel-paese) ;-)

Pero' fa male tornare a casa e vedere dei militari per strada.
Bonlieu o Quarto Oggiaro?
Ho viaggiato abbastanza per accorgermi che il centro di Milano, il centro di Roma, i canali di Venezia, la citta' di Lucca o il centro di Firenze, Genova, Torino, Desenzano od Assisi deficiono se paragonati - nei loro appropriati corrispettivi, con Madrid, Barcellona, Londra, Lisbona, Parigi, Carcassone, Ginevra, Avignone, Granada, Praga (!!!!), St. Malo, San Sebastian, Bayonne (!!!!)... altri budget, altre situazioni - tutto e' relativo, questo lo so.
Ma i quartieri ghetto li ho visti a Milano, a Roma, a Parigi, Londra, Madrid, Lisbona, Barcellona, Friburgo, Nizza...

E so anche di avere il cuore indurito da quello che ho lasciato con l'Italia, assieme agli amici, agli affetti, a rai tre e la sette, alla nazionale, (il manifesto, on line, mi segue anche qua... miracoli di internet):
ho lasciato un'infanzia, a Corsico - dove ho imparato il razzismo, perche' nessuno e' razzista in Italia, ma il prete mi ha esposto alla classe come un (cucciolo di) ebreo - unico io a non frequentare l'ora di religione.
Mi sono lasciato alle spalle anni di aggressioni, bulletti pieni di "Sporco Ebreo"... bulletti certo, attaccabrighe ed ignoranti, ovvio - vita vissuta, botte e lividi fino alla naja, non cronaca di carta. Ho lasciato la frustrazione di un lavoro inappagante, ho lasciato la delusione di una societa', attorno a me, individualista e senza unita' di obbiettivi civili, sociali. Ho lasciato una polizia violenta, dei carabinieri maleducati, un medico truffatore, servizi per me inadeguati. Ho lasciato esperienze, i lividi lasciano spazio alle ferite morali, all'amaro ingoiato. Questa e' esperienza non cronaca di carta. Di carta sono i politici malfattori, di carta e' l'evasione che non si puo' denunciare, di carta e' la Alitalia, di carta e' il Vaticano che omologa la cultura popolare, di carta e' la maratona biblica (, come di carta sono io, il senza dio, ad aver vissuto il paese dei deisti)!

Ho forse trovato il paradiso oppure un paese assolutamente migliore?

Ho trovato un paese come l'Italia.

Quarto Oggiaro qua si chiama diciannovesimo, Berlusconi si chiama Martin Bouygues (ma ancora non in politica...), Carla Bruni e' una volta in tv e l'altra pure, i ferrovieri scioperano ogni due giorni (e non provate a muovervi in quei giorni - si lavora da casa - uno sciopero e' uno sciopero!), la benzina subisce oscillazioni vertiginose (da 1.2 a 1.6 - ora 1.3XY).

E allora perche' non torno indietro?

Non torno perche' quando vado a bere il caffe' lo scontrino mi viene dato.
Non torno perche' la fila al tabaccaio e' la fila, anche quando esce dal locale e piove (oh - poi il cafone lo si becca dovunque, una volta e' italiano e l'altra e' un inglese ubriaco e la stronza che non ha fatto passare dolce meta' alla cassa a priorita' era francese).
Non torno perche' il verbale di un incidente viene fatto entro la settimana dai vigili.
Non torno perche' negli ospedali non ho visto (quando le vedro' non manchero' di riportare anche il loro affollamento) sale di attesa. E neppure crocifissi.
Non torno perche' la salute (pubblica) non costa (oltre alle tasse gia' pagate).
Non torno perche' io e dolce meta' siamo riconosciuti come una famiglia - vera.
Non torno perche' con quello che costerebbe un asilo a Milano o Roma qua ci si paga una tutrice privata, dichiarata ovviamente, con tanto di aiuti statali.
Non torno perche' se qua sono pieno di colleghi di lingue e colori diversi ed in Italia non li ho mai visti (se non come idraulici e carpentieri) vorra' dire che, o non sono attratti, oppure non sono ben accolti.
Non torno perche' non vedo family day e neppure tanti cazzi sulle automobili euro X che ti fanno respirare meglio... semplicemente e' difficile da spiegare, ma c'e' attenzione - tutti i giorni c'e' attenzione.

Godermi questo poco che ho trovato e non rompere i coglioni?
Mi sento un profugo - un profugo incazzato.
Non mi piacciono i Francesi (come non mi piace sentirmi Francese, ma lo sono!), con la spocchia tipica della grandeur, odio le prese per il culo dei colleghi ed amici ogni volta che Berlusconi apre bocca, ogni volta che il Vaticano esprime e l'Italia (e)segue, odio sentire sempre le stesse domande ed odio dover spiegare i motivi per i quali a casa mia non potevo dormire, non potevo chiamare le istituzioni, non potevo andare al pronto soccorso, non potevo prendere il treno, andare in bicicletta od usare i mezzi pubblici (oh - certo che poi uno si adatta, la 90 modello Auschwitz si prende comunque... basta stringersi un po'). Come odio dover dimostrare a questi Francesi che a pallone come nella vita siamo uguali, rubiamo non appena possiamo. Cambiano i volumi e le motivazioni: si, perche' i francesi, bene o male si rendono conto di quanto lo stato di carta ancora serva a garantire un livello di benessere condiviso - e mano sulla coscienza sono ancora capaci di contribuirvi, materialmente e con impegno culturale e civile (o senso civico).
E questo, tutto sommato, ferisce e non mi fa stare zitto pensando a come ho perso tempo ed opportunita' (soldi), pensando a quanto mi stavo omologando senza piu' combattere - a casa mia.

Enjoy!
JJ

8 commenti:

  1. eh eh eh mi commento da solo!

    Scrivendo e ri-leggendo questo post ho capito dove e come mi stavo arrendendo - a casa mia:
    abitudine.
    Si, tutto diventava normale, e piano piano mi lasciavo scivolare nella corrente di questo fiume menefreghista, diventavo spettatore indignato e non piu' obiettore. Italiano indignato e muto, con la testa abbassata perche' le priorita' diventavano altre, e piuttosto che mettere a repentaglio me e dolce meta' mi facevo superare alla fila di Paolino (il re dello spiedino).
    Mi compravo tappi di cera per non dover denunciare ai carabinieri il locale sotto casa.
    Sopportavo e mi facevo il callo, scendevo a compromessi bassissimi per vivere nella mia santa pace.
    Sulla carta accettavo di passare alla moderazione in nome del voto utile, guardando i miei principi diventare extraparlamentari perche' non piu' trendy.

    Qua son tornato a guardare il mondo con i miei occhi.

    Qua, ho scoperto che "SI PUO' FARE!" non e' soltanto il grido di un pazzo illuso visionario protagonista di uno dei film comici piu' belli della storia!

    Enjoy!
    J

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  2. Al di là della solita "lotta di superiorità" tra italiani e francesi, credo che ognuno di noi, nella sua unicità, abbia il diritto di cercare ciò che lo fa star bene e ciò che ritiene essere una società giusta e civile per i propri canoni.
    Certo qui non è il paradiso, così come nessun posto al mondo lo è in senso assoluto, ma per quello che NOI cerchiamo qui abbiamo fatto un passo avanti. Oltretutto in un momento delicato come una fine gravidanza, in cui non abbiamo subito né porte in faccia né, tantomeno, spese mediche folli... anzi... ma questa è un'altra storia.
    Il tuo commento rende esattamente ciò che stavamo diventando e riflettevo oggi sul fatto che tutte le incazzature che abbiamo ancora da affrontare quotidianamente riguardano la vita che abbiamo lasciato in Italia (la casa, l'incidente, la burocrazia, la busta paga inculatrice), ma se vado a cercare contro cosa mi sto scontrando qui ogni giorno da togliermi serenità e sonno non lo trovo. E non credo dipenda dai soldi grazie ai quali possiamo affrontare qualsiasi problema: abbiamo 2 stipendi (uno considerato minimo sindacale francese e uno molto buono), ma anche due case con un mutuo e un affitto da pagare TUTTI I MESI (ma non chiedo agli altri di farci i conti in tasca... solo di non fare calcoli su cose che non si sanno), ma quello che abbiamo ci permette di andare avanti e il paese che abbiamo trovato di sperare che il futuro sarà più roseo e non una continua corsa alla sopravvivenza!

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  3. ho suscitato troppa polemica.
    ho risposto in un altro post, prima di leggere questo nuovo (uffa...ormai fatico pure a trovare il tempo per i blog amici, figuriamoci per il mio in quasi totale abbandono...che fatica).

    casualmente parte della mia risposta, quella "giovanile", la si ritrova qui con una luce completamente diversa.
    strano che abbiamo preso gli stessi argomenti con angolature così diverse.

    che dire...io cercavo solo di instillare un po' di grigio (nn nel senso di noioso arido grigiore, ma nel senso di mediazione fra gli opposti).

    non ho mai sopportato i vecchi western con un buono e un cattivo.
    detesto i film di guerra pre anni ottanta in cui buono era bello e intelligente e il cattivo brutto e stupido (ma se era così stupido come era arrivato a insidiare il buono in guerra? mah...).

    sono felice se la francia per voi è meglio dell'Italia (sarei felice x voi anche se lo fosse in senso assoluto, ma sono troppo relativista per credere in concetti non relativi, in assoluto! :D). mi piacerebbe solo che il troppo rancore che ti porti dietro non facesse diventare questi momenti un film con John Wayne in cui l'italia fa la parte dei Sioux.

    lo so che non sei così, e quando ti soffermi a ragionarci emerge facilmente tutta una serie di sfumature, so anche che sei decisamente "passionale" (e anche quando ti fermi a ragionarci non emerge mai abbastanza o per più di poche righe) e che quindi ti fai facilmente prendere la mano dalla tentazione della tinta unita.

    non è un problema, ci conosciamo da troppo perchè lo possa essere, è solo un invito alla riflessione e a non sputare troppo disprezzo verso gli altri.

    è anche un po' il caro vecchio discorso: se vieni a milano (x qualunque ragione), parla pure bene della tua terra, le tue tradizioni e di quel che ti pare, ma non parlare male di milano, in fin dei conti è la mia (all'epoca nostra) città, che bisogno c'è di "insultare"?

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  4. Che bello che bello! La polemica come ai vecchi tempi ed il buon Pelato ancora combattivo! (beh, dai, piu' ... saggio!)

    Si, caro PD, potrei restare per ore a parlare bene dell'Italia, della nostra amata Milano, come della mia adottiva Roma.
    E lo faccio, anche... pastis alla mano ed interminabili (logorroiche per chi mi ascolta) assoli di quanto sia bella l'Italia.

    Purtroppo, e non potrebbe essere altrimenti, mi piace l'Italia, ho lasciato degli affetti.
    E proprio per questo certi difetti mi colpiscono come una fucilata, dritto al cuore - appunto.
    Feriscono e fanno male pensando all'occasione sprecata, all'immobilismo (dico io), direzione conservatrice (dici tu), soffro per i bassi compromessi morali ai quali persone che amo e dai principi sani devono abbassarsi per poter vivere quieti e/o decorosamente.

    Poi, che si chiami Quarto Oggiaro o Diciannovesimo, sommossa antipolizia per una partita di calcio o rivolta (guerra civile) per il biglietto del metro' non pagato - la coltellata, lo scippo o la brutta esperienza capita dovunque - nel personale - sono i casi della vita. Entrano e fanno statistica.

    Quello che ho scoperto venendo qua, invece, e' che appunto basterebbe davvero ritrovare un minimo di impegno civico, civile, culturale, fiducia nelle istituzioni (come servizi e non come tassa a fondo perso) per offrire una situazione di decorosita' condivisa...

    Enjoy!
    JJ

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  5. Eh perchè che dire della Sardegna? (che comunque ricordo no est'Italia!).
    caro JJ, come ti capsico, anche se stando fuori mi rendo conto anche di tante cose che in Italia funzionano..o almeno funzionavano, visto che pare i governi facciano a gara a togliere il buono che c'è: l'istruzione? era stupenda, ora nessuno vuol andare in Italia a studiare,visto che, a parte la lingua, la preparazione non è granchè (e parlando di lingue, la I dell'inglese dove è finita?); la sanità: boh io ora non capisco più nulla ma so che gli italiani in inghilterra tornano in patria per quasi tutto...; la dieta mediterranea: sta scomparendo purtroppo, anche da noi si va avanti col microonde e il macdonald...non aggiungo niente sul file, carabinieri e militari vari...solo che non perdo le speranze: conosco tante persone motivate che vorrebbero cambiare, che non cercano raccomandazioni per avere un lavoro e spero sempre che unendo le forze possiamo cambiare qualcosa! Io vorrei tornare in Sardegna...
    Un bacione e ENJOY!

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  6. Cosa risponderti Timo?
    Casa resta sempre casa, e da qualsiasi angolatura la si guardi, ci sara' quel coinvolgimento emotivo che nel bene e nel male te la fara' rimpiangere...

    Se posso, invece, mi fa sorridere che non consideri la Sardegna parte dell'Italia... esattamente come la pensano in Padania ad esempio... del resto a Siena si fan ancora le risse tra contrade, e nessuno sembra essere disposto a condividere i problemi di Napoli (o a mettersi in gioco per aiutare a risolverli)...

    Enjoy!
    JJ

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  7. Ho trovato molto interessante il tuo post.
    [Strano però sentir parlare di razzismo.]
    Sono proprio d'accordo con te. Non conosco altre realtà, devo ammettere di essere molto ignorante in materia di altri modi di vivere ma già da un anno e mezzo almeno, penso e ripenso alla possibilità di andarmene il più lontano possibile dall'Italia. Ho preso qualche informazione sul riconoscimento professionale dei titoli di laurea sia in Europa che in Paesi Extraeuropei...Mi sembra una cambiamento desiderabile quanto complesso, soprattutto quando la propria "dolce metà" non vorrebbe neanche avvicinarsi all'idea. Comunque chi lo sa. Ciao.

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  8. Grazie della visita. I miei post sono talvolta delle foto di un momento che non rappresenta la normalità (quanto non mi piace questa parola!). Ora che so come ritrovare il tuo blog, a presto. Ciao.

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